30 gennaio 2012

Nel regno del Lagrein Alto Adige DOC

Cantina Produttori Bolzano, Gries
Lagrein DOC Sudtirol - Alto Adige

Percorrendo l'Alto Adige da sud-ovest a nord-est, in direzione dei comprensori sciistici della Val Pusteria ci si trova ad attraversare, senza rendersene pienamente conto durante la stagione invernale, uno dei territori più prosperi, enologicamente parlando, dell'intera regione.


Nell'arco dei pochi chilometri che separano Bolzano da Novacella, appena dopo Bressanone, si passa  dalla culla dei vini rossi a denominazione Alto Adige (o Sudtirol che dir si voglia) DOC al regno dei grandi bianchi della DOC Valle Isarco: Sylvaner, Gewurztraminer, Muller Thurgau e Pinot Grigio, per citarne solo alcuni.

Fino a Bolzano, però, sono ancora i vitigni a bacca rossa a farla da padrone e tra questi spicca senz'altro il Lagrein.
Il quartiere perferico di Gries costituisce la sottozona di produzione di maggior pregio e proprio qui ha sede la Cantina Produttori Bolzano, nata dall'unione delle due storiche cantine sociali della città, e luogo di provenienza di questa bottiglia di Lagrein Alto Adige DOC.

Si tratta di un Lagrein Scuro (Dunkel in lingua tedesca), 100% uve Lagrein vinificate in rosso, in contrapposizione alla versione Kretzer che identifica il rosato.
Cantina Produttori Bolzano, Gries
Lagrein DOC Sudtirol - Alto Adige
Annata 2010, colore rubino intenso, aroma caratteristico di ciliegia e lampone, al palato questo Lagrein si presenta asciutto, morbido e con una piacevole acidità. Di buon corpo e con una gradazione alcolica di 13%, si abbina felicemente a carni rosse, selvaggina, polenta e formaggi stagionati.

Noi, in sfregio a ogni regola degustativa, ci siamo accontentati di gustarlo a bordo pista, tra una discesa e l'altra, accompagnato da mezza piadina. Però, con un panorama del genere, ne valeva la pena.

Segnalo infine che, per una cena in perfetto stile sud tirolese, è possibile reperire questa stessa bottiglia presso la grande distribuzione ad un prezzo di 5-6 euro.

21 gennaio 2012

Il Ronmiel de Canarias


Guajiro, Tenerife
Guajiro, Ronmiel de Canarias 




Qualche tempo fa, tornando da una breve vacanza a Fuerteventura, oltre ai bei ricordi e a qualche contrattura muscolare rimediata tentando di fare surf, ho portato con me una bottiglia di ron miel, il tipico liquore delle Isole Canarie.

Si tratta di un liquore a base di rum e miele d'api prodotto unicamente nell'arcipelago canario e tutelato dal 2005 dal Consiglio dell'agricoltura della Comunidad Autónoma de Canarias con la denominación geográfica protegida Ronmiel de Canarias ben evidente in etichetta.
Il liquore, che vanta una lunghissima tradizione, nasce dall'antica usanza canaria di addolcire il rum con del miele di canna da zucchero, la pianta tropicale importata a Gran Canaria da Cristoforo Colombo durante uno scalo nel '500, e pare che, almeno dai primi anni dell'800, ogni locanda sull'isola avesse la propria segretissima ricetta.

Con il passaggio a una produzione di tipo industriale e l'imposizione dell'impiego di miele d'api al posto di quello di canna da zucchero, il ron miel è diventato il liquore nazionale delle Isole Canarie, spesso offerto dai ristoratori a fine pasto, un po' come avviene da noi con il limoncello.

Questo Ronmiel Guajiro, prodotto da una grande distilleria di Tenerife, si presenta di color ambrato intenso, limpido, con un deciso aroma floreale e il caratteristico primo sorso dolce bilanciato dal finale balsamico e dal tenore alcolico piuttosto sostenuto rispetto alla media (30%).

Pur non amando le bevande eccessivamente dolci, devo ammettere che questo ron miel, se consumato sul posto, freddo e servito con un cubetto di ghiaccio o in un bicchierino congelato, acquista tutto un altro sapore e fascino.

12 gennaio 2012

Degustazione verticale birra Orval


Brasserie d'Orval
Orval nella tipica bottiglia da 33cl a forma di birillo


L'Orval è una birra trappista fantastica, talmente complessa e longeva da prestarsi, come poche altre, a una degustazione verticale e io ho avuto la fortuna, durante una serata organizzata da Slow Food, di stappare e degustare cinque Orval di cinque annate differenti, dal 2011 fino al 2007.
Dico fortuna perché non è per nulla facile reperire sul mercato birre che abbiano più di uno o due anni di vita e conservate bene, forse giusto in qualche beer shop da collezionisti e in numero limitato.

Durante la degustazione ho potuto constatare come la partita di Orval presa in considerazione avesse raggiunto l'apice, a mio avviso, al terzo anno di invecchiamento, ovvero nella versione 2009. Anche l'annata 2008 è stata molto apprezzata nonostante il proverbiale goût d'Orval fosse ormai degenerato verso sentori terrosi, ferruginosi e animali.
L'ultima annata invece, quella del 2007, era purtroppo andata a male; d'altronde dopo i tre anni si entra nel campo nell'aleatorietà e non è detto che, con un po' di fortuna, non si possa trovare un'Orval invecchiata anche sei o sette anni (nonostante la scadenza ne riporti cinque) ancora in buona forma.

Brasserie d'Orval
Particolare dell'annata in etichetta: da 2011 a 2007
La Brasserie d'Orval, uno dei sette birrifici autorizzati a riportare in etichetta il logo Authentic Trappist Product, ha sede all'interno dell'Abbazia di Notre Dame d'Orval sita nel sud est del Belgio, a pochi chilometri dal confine francese nella provincia vallone. Qui la produzione di birra è ancora sotto il diretto controllo dei monaci e i proventi della vendita supportano economicamente il monastero stesso e altre opere di bene.

Per maggiori informazioni sull'Abbazia di Notre Dame d'Orval, sulla sua birra o per prenotare una visita potete consultare il sito http://www.orval.be/en

7 gennaio 2012

Ron Brugal Extra Viejo

Repubblica Dominicana
Brugal Extra Viejo con tipico bicchierino dominicano


Un'amica di ritorno da un viaggio nella Repubblica Dominicana mi ha portato un souvenir molto gradito: una bottiglia di Brugal Extra Viejo.

Questo Ron Dominicano dal colore ambrato scuro, dall'aroma intenso e dotato di buon equilibrio tra l'iniziale sensazione dolce, con note di vaniglia e cacao, e il successivo amaro del cuoio e del legno, rimane a riposare per otto anni in barili di legno rabboccati di tanto in tanto, secondo la ricetta segreta del Maestro Ronero, con le più pregiate e vecchie riserve di distillato della cantina. Da qui l'indicazione Reserva Familiar in etichetta.

Da consumarsi liscio, con un cubetto di ghiaccio o abbinato a del cioccolato amaro, il Brugal Extra Viejo viene anche diluito dai locals con Coca Cola o Seven Up, a seconda dei gusti.

Curioso il rituale che mi è stato raccomandato al momento di stappare la bottiglia: secondo l'usanza dominicana infatti prima si dovrebbe colpirne il fondo con una gomitata, poi si dovrebbe togliere la reticella, annodarla al collo della bottiglia, stapparla e infine, prima di servire i commensali, se ne dovrebbe rovesciare il primo sorso per terra pensando ad una persona speciale. ¡Salud!

Valtellina Superiore DOCG


Pietro Nera, Chiuro (SO)
Valtellina Superiore DOCG Grumello 2007: Tirso


Complici le recenti vacanze invernali a Livigno, ho finalmente avuto l'occasione di attraversare per tutta la sua lunghezza la Valtellina.
Purtroppo le condizioni meteo proibitive e lo scarso tempo a disposizione non hanno permesso a me e ai fidi compagni di viaggio le divagazioni enoturistiche che queste terre meriterebbero.

Nonostante questo, durante il soggiorno, abbiamo avuto modo di stappare tre bottiglie di Valtellina Superiore DOCG e apprezzare le peculiarità di tre delle cinque sottozone riconosciute dal disciplinare di produzione di questo vino, precisamente Sassella, Grumello e Inferno.

Ottenuti dalla vinificazione in purezza delle migliori uve di Nebbiolo, localmente conosciuto come Chiavennasca, questi tre vini della Casa Vinicola Pietro Nera di Chiuro (SO) si sono dimostrati un ottimo biglietto da visita dell'enologia valtellinese in virtù di un gusto asciutto, equilibrato, più o meno persistente e di un'aroma caratterizzato da sentori fruttati che spaziano, rispettivamente, dalla viola, alla fragola, fino al lampone.

Sulla strada del rientro ho avuto giusto il tempo per acquistare una bottiglia del 2001 del vino principe di questo territorio, lo Sforzato di Valtellina. Di questo, però, racconterò un'altra volta...

Pietro Nera, Chiuro (SO)
Valtellina Superiore DOCG Sassella 2006: Alisio
Pietro Nera, Chiuro (SO)
Valtellina Superiore DOCG Inferno: Efesto