7 giugno 2012

Festival delle birre artigianali di Vigevano


Vigevano (PV)
Stand all'interno della Cavallerizza di Vigevano


Con l'arrivo della bella stagione si assiste al proliferare di festival all'aperto, sagre di paese e manifestazioni varie legate, in qualche modo, alle eccellenze enogastronomiche del nostro Paese.

Per l'ultimo weekend di maggio la nostra scelta è ricaduta sul "Birre vive sotto la torre", una manifestazione che si svolge a Vigevano, in provincia di Pavia, ed è volta a diffondere la cultura micro-birraria italiana.
Dopo il successo dello scorso anno, anche per questa seconda edizione è stata confermata come location l'imponente Cavallerizza del Castello Visconteo alla quale si accede dalla famosa Strada Sotterranea. L'area all'aperto, ampia e adeguata all'affluenza di pubblico, è stata adibita a zona ristoro con tanto di stand gastronomici per tutti i gusti, tavoli e panche di legno mentre la Cavallerizza vera e propria, un maneggio coperto risalente ai primi dell'800, accoglieva gli stand dei birrifici e un palco dedicato alle degustazioni guidate di Kuaska, il "guru" della birra nostrana, e poi, nel corso della serata, alla musica live.

Venti i microbirrifici presenti, dai ben noti e vicini Bi-Du, Orso Verde, Geco e Croce di Malto a quelli meno conosciuti, almeno da queste parti, come il Dada, La Superba, Maltus Faber, Civale, Montegioco e Mostodolce.

Considerato il gran numero di birre, per non incappare in brutte sorprese, abbiamo concentrato le nostre attenzioni su due produttori in particolare: il Bi-Du, una garanzia, e il Dada, una new entry che ha saputo attirarci grazie alle etichette "surrealiste" e all'IBU.

Vigevano (PV)
Stand del birrificio Bi-Du di Olgiate Comasco
Per quanto riguarda il micro birrificio di Olgiate Comasco abbiamo trovato interessante la Saaz of Anarchy, praticamente una pils ad alta fermentazione che è stata definita da qualcuno "media in tutto". Si tratta infatti di una golden ale equilibrata al naso e al palato, di corpo e carbonazione media, media persistenza, che fa della semplicità e bevibilità (difficile fermarsi a una media) il suo punto di forza.
Restando in casa Bi-Du segnalo anche la Saltinmalto, una birra aromatizzata con sale e coriandolo che si ispira alle tradizionali gose di Lipsia e, naturalmente, l'immancabile ArtigianAle che in questa occasione ci è parsa meno convincente del solito.

Dicevamo dell'IBU (International Bitterness Unit) delle birre del birrificio Dada di Correggio (RE).
In realtà la Lop Lop e la Knockout, IPA e American IPA da 50 e 60 IBU, non ci hanno stupiti con livelli di amaro estremi, piuttosto conquistati  grazie ai profumi intensi, alla freschezza e all'ottimo bilanciamento dei luppoli. Sempre caratterizzata dal luppolo (precisamente Cascade), la Hugo è una bitter ale che dell'inglese non ha molto ma che grazie al corpo leggero, alla bassa carbonazione e gradazione alcolica (4,4%) risulta estremamente beverina e piacevole.
La nostra sosta allo stand del Dada si è conclusa con una porter chiamata, presumo in tono satirico, Sciliporter e il ritorno dei malti in primo piano: note dolciastre, aromi caramellati e velatamente tostati e un finale di cacao per i miei gusti un po' troppo marcato.
Resta il rammarico di non aver concluso la serata con una Gattomao Amara, indicata come belgian double IPA da 70 IBU e 8,5% di gradazione alcolica: decisamente troppo data l'ora! Spero avrò presto l'occasione di rifarmi e di rendere nuovamente omaggio, a modo mio, a una terra straordinaria e al coraggio delle sue genti che stanno attraversando momenti difficili.

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