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Bottiglia di J. Charpentier Réserve Brut |
Pasqua, fine pranzo. Lo zio: “Se non vi piace lo spumante dolce ho una bottiglia di Champagne in cantina però è lì da un po’ di anni, non so se sia ancora buono. Volete provarlo?”.
Io non mi faccio certo pregare ed ecco spuntare una bottiglia di J. Charpentier Réserve Brut che, secondo i calcoli dello zio, dovrebbe avere almeno una dozzina di anni.
La stappo e la fragranza sembra intatta. Il colore, limpido e brillante, e il perlage, fine e persistente, sembrano indicare uno stato di conservazione eccellente: sensazione che subito viene confermata, al naso, dalla buona intensità e pulizia.
Fragrante e secco, come si conviene, questo Charpentier restituisce in bocca un perfetto equilibrio tra sentori floreali e frutta secca e ci regala un finale lungo e di grande finezza.
Uno Champagne, a mio avviso, di grande qualità, che non doveva essere buono e invece si è rivelato un sorprendente piacere per il naso e, soprattutto, per il palato e la cui unica pecca è stata quella di finire prosciugato in pochi minuti.
Cercando qualche informazione in rete ho poi appreso che, sebbene gli Charpentier siano da cinque generazioni proprietari terrieri e vignaioli, la Maison de Champagne J. Charpentier ha iniziato a produrre il proprio Champagne solo a partire dagli anni cinquanta. Situata a Villers Sous Chatillon, sulla sponda destra del fiume Marna, la Maison è inoltre considerata l’alfiere del Pinot Meunier, il vitigno a bacca rossa, probabile discendente del Pinot Noir e maggiormente resistente alle basse temperature, che caratterizza tutte le sue cuvée: il Réserve Brut in questione, ottenuto con l’80% di uve Pinot Meunier e il restante 20% di Pinot Noir, naturalmente non fa eccezione.
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J. Charpentier Réserve Brut e Charles Lafitte Brut Cuvée Speciale |
Tornando a quel pomeriggio, ormai stregati dalle bollicine, dopo aver setacciato la cantina dello zio in cerca di qualche altra “chicca”, abbiamo trovato una bottiglia di Charles Lafitte Brut Champagne Cuvée Speciale.
Probabilmente più giovane del precedente, meno equilibrato e sbilanciato verso sensazioni di freschezza, questo Charles Lafitte ci ha lasciati comunque complessivamente soddisfatti e con il solo rammarico di non aver invertito l’ordine degli assaggi.
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